Conviviale con il soprano Roberta Mameli.

Conviviale 05 febbraio. Roberta Mameli.

Il Presidente Luigi Swich con il nuovo socio, Ubertino Landi di Chiavenna.

Lunedi 05 febbraio u.s.,  abbiamo avuto l’onore di avere come ospite,  tra una tappa e l’altra dei suoi impegni internazionali, il soprano Roberta Mameli: una piacentina nello star system dell’opera barocca. Benché nata a Roma, Roberta Mameli può considerarsi piacentina di adozione: diplomata in canto e violino al Conservatorio di Musica «Giuseppe Nicolini», non pochi la ricordano giovanissimo soprano solista del Coro Farnesiano.

Dopo il perfezionamento con artisti come Bernadette Manca di Nissa, Claudio Desderi ed Enzo Dara, è entrata nel circuito internazionale della vocalità barocca e classica esibendosi in prestigiosi teatri e sale da concerto (dal Wiener Konzerthaus al Concertgebouw di Amsterdam, dal Bayerische Staatsoper di Monaco allo Staatsoper Unter den Linden di Berlino) e con celebri direttori d’orchestra come Jeffrey Tate, Jordi Savall, Ottavio Dantone, Ton Koopman e i compianti Claudio Abbado, Alan Curtis e Christopher Hogwood. Molto richiesta per il repertorio di musica barocca, collabora con diversi ensemble su strumenti d’epoca fra i quali Akademie für Alte Musik Berlin, Complesso Barocco, Accademia Bizantina, Le Concert des Nations, La Venexiana, Modo Antiquo, Europa Galante, I Barocchisti, Il Pomo d’Oro, Collegium 1704.

Nella nostra conviviale, d’intesa con il presidente Luigi Swich, la signora Mameli ha scelto di farsi ascoltare in cinque brani del suo repertorio riprodotti in altrettanti documenti audio/video: uno di Alessandro Scarlatti («Per abbattere il mio core», da Telemaco, Roma 1718); tre di George Frideric Handel («Verso già l’alma col sangue» da Aci, Galatea e Polifemo HWV 72, Napoli 1708; «Se giunge un dispetto», da Agrippina HWV 6, Venezia 1709;  la celeberrima aria «Lascia ch’io pianga» da Rinaldo HWV 7, Londra 1711) e infine il virtuosistico «Laudamus te» dalla Messa in do minore K 427 (Salisburgo 1783) di Wolfgang Amadeus Mozart.

Oltre una trentina tra soci e ospiti hanno così potuto ammirare, in un significativo silenzio generale interrotto solo dai ripetuti e fitti applausi, le doti peculiari di quest’artista di prima grandezza: voce limpida e chiara, estrema agilità nei passaggi veloci (il Telemaco di Scarlatti, l’Agrippina handeliana) coniugata ad altrettanta espressività – calibratissime e sapientemente dosate le sue messe di voce – nelle arie patetiche (l’aria di Aci e il mirabile «Lascia ch’io pianga») nelle quali Roberta Mameli scolpisce a tutto tondo il personaggio, interpretato con uno scavo psicologico e una presenza scenica che della cantante e dell’attrice fanno un tutt’uno, in un connubio non comune capace di generare alta tensione emotiva. Nel «Laudamus te» mozartiano, rivelatore anche della notevole estensione vocale dell’artista (soprano e mezzosoprano a un tempo), in un climax di emozione si aveva quasi l’illusione di trovarsi di fronte a Constanze Weber rediviva, moglie del salisburghese e prima interprete di questa pagina qui mirabilmente diretta da Ton Koopman.

Nella seconda parte della serata ha fatto ingresso nel Club il dottore Ubertino Landi di Chiavenna, che il presidente ha spillato con soddisfazione non solo perché si tratta del quarto nuovo socio dell’anno rotariano ma anche, e soprattutto, perché, accogliendo nel proprio seno il primogenito di una delle più antiche famiglie piacentine che tanto hanno dato alla nostra città, questo Club quasi centenario conferma l’attenzione per la storia e la coesione identitaria di Piacenza.

La festosa serata si è conclusa con la consegna dei gagliardetti di Club al nuovo socio e a Roberta Mameli, omaggiata quest’ultima – come si conviene – con un bouquet dei fiori preferiti (gerbere, rose rosse e tulipani).

 

conviviale 05 febbraio 2024. Roberta Mameli.

L'intervento di Roberta Mameli.
Luigi Swich spilla Ubertino Landi di Chiavenna.
Pierangelo Negri.
Il nostro Prefetto Mauro Gandolfini, con la segretaria del Club, Caterina Fiazza.
Omaggio floreale al soprano Roberta Mameli.